di Alessandro Marrazzo (Twitter: AleMarrazzo1981)
Aveva vestito la maglia della Roja tanto agognata, dopo la clamorosa esclusione dal mondiale totalmente fallimentare della sua nazionale in terra verdeoro. Che sarebbe stato l'inizio di un idillio stabile e duraturo, tra Josè Callejon e la nazionale spagnola, era pressocchè la convinzione di tutti ma a quanto pare non sembra essere andata esattamente così.
Quell'esordio se l'era proprio sudato Josè: niente di più meritato, guadagnato a suon di gol, prestazioni brillanti, sacrifici tattici, e tanta, tantissima dedizione. Fu protagonista di un'estate nera, molestato dalle sirene di mercato in direzione Madrid sponda Atletico e da un ritiro dove il suo malumore era evidente, talmente evidente, da spingere Benitez a mandarlo sotto la doccia in piena seduta d'allenamento. Tranquillizzato, coccolato e stimolato ad arte dal tecnico azzurro Callejon, contro tutte le brutte premesse, inizia la stagione anche meglio di quella passata dove mise a segno 20 reti. Altro capolavoro di Rafa Benitez, conoscitore di calcio sotto tutti gli aspetti, un'opera d'arte psicologica di rara empatia che lo porta finalmente alla corte di Del Bosque.
Josè esordisce con la Spagna contro la Bielorussia a Huelva, ma calcisticamente a Castel Volturno torna un fantasma. Dopo aver collezionato 9 reti in pochi mesi con la maglia azzurra, i suoi numeri crollano e di gol non se ne vedono più. L'ultima corsa sotto la curva risale al 6 gennaio, poi il buio.
Tre mesi senza gioire, tante panchine e un pizzico di sfortuna quando si tratta di calciare in porta. L'arrivo di Gabbiadini non sembra stimolarlo, anzi Callejon sembra soffrirne la concorrenza. Il fatto che il bergamasco arrivi e segni a grappoli non lo aiuta sicuramente e Del Bosque si dimentica di lui. Tra i nomi del ct spagnolo per la partita della 'roja' contro l'Ucraina valida per le quailifazioni ad Euro 2016, quello di Josè non c'è.
Dov'è il problema Josè? Sembra ormai chiaro che il granadino abbia bisogno di stimoli forti e della fiducia incondizionata del tecnico e dell'ambiente per esprimersi al meglio. Forse lottare per un obiettivo da conquistare senza la certezza della sua permanenza a Napoli il prossimo anno non lo motiva tanto da dare il 100%. Ci potrebbe anche stare, almeno inconsciamente, ma Josè è uno che se non è disposto a morire sul campo, sempre concentrato, in movimento, alla ricerca dell'inserimento giusto, non rende. Il suo modo di interpretare il calcio, il suo gioco, lo obbliga ad avere la testa sgombra di tutto tranne che della vittoria.
E' un vincente, lo è sempre stato da quando giocava tra le strade della sua Motril, ma se non ha chiaro il suo obiettivo diventa un giocatore normale, prevedibile e fermabile. Josè, però, è tutto tranne che un giocatore normale, prevedibile e, di conseguenza, fermabile. Vogliamo metterci un po' di sfortuna? Ok, mettiamocela! Effettivamente qualche palo l'ha preso da tre mesi a questa parte e i portieri sembrano avercela con lui ma...no, non regge.
Quando Callejon decide di calciare in porta come sa, i portieri possono solo seguire la traiettoria con lo sguardo...e risparmiarsi un tuffo inutile. Entonces Josè, que pasa?
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