di Leonardo Vivard (Twitter: @LeonardoVivard)
Tra i commenti sui social e le semplici chiacchiere da bar oltre al Napoli c’è sempre un argomento che la fa da padrone: Gonzalo Higuain. Ogni goal, una pugnalata. Se poi è una doppietta, così bella, che ricorda tanto quelle reti segnate al San Paolo, si sente ancor più dolore. Perché il tifoso, si sa, è romantico, nostalgico. Fatica a dimenticare, o meglio, fatica a farsene una ragione. Con quella maglia a strisce bianche e nere, proprio non lo può vedere. “Gli stava meglio l’azzurro”, “Al San Paolo esultava di più”, “Al Napoli era più magro” e potremo continuare all’infinito. Come un fidanzato che quando viene lasciato dalla ragazza la disprezza, per dolore, per rancore.
Ma ogni goal mancato, ogni movimento di Milik o Gabbiadini, la gente si chiederà sempre cosa sarebbe successo se lì ci fosse stato il Pipita...
Ma Higuain, che piaccia o no, è il passato. E va bene essere romantici, ma quando una storia d'amore termina, anche in malo modo, è bene guardare avanti, guardare ai nuovi azzurri…
Riuscirà mai Sarri a non pensare più al Pipita? Per quanto tempo ancora quello spettro di Higuain aleggerà su Napoli?
L’allenatore sta cercando di farlo da un punto di vista tattico e non. Vuole dimenticare colui che lo ha abbracciato, lo ha cercato nei momenti di gioia, dopo una stagione di rabbia (quella con Benitez). Ma nessun tradimento, stiamo parlando di professioni e professionisti. Sotto il profilo tattico, invece, un avvicinamento degli esterni alla prima punta, unito ad Arkadiusz Milik potrà colmare il gap? Ancora presto per dirlo, resta il fatto che Napoli ed il Napoli si stanno risvegliando dopo una sbronza e si stanno rendendo conto che i postumi sono assai spiacevoli, ma avranno pur sempre una fine…