Il Napoli sa creare, non si sa (più) imporre. Come fosse un 'fuorigiri' mentale

Editoriale  
Il Napoli sa creare, non si sa (più) imporre. Come fosse un 'fuorigiri' mentale

Le critiche al Napoli e ad Antonio Conte è facile che possano virare sulla frase del campo del Penzo non bagnato, perchè sono quelle che attecchiscono di più. La realtà dei fatti, in fin dei conti, dice altro. Ad esempio una sola vittoria nelle ultime sette partite, e peggio hanno fatto solo Venezia, Monza ed Empoli che ad oggi retrocederebbero. Con 8 gol segnati a fronte di 34 tiri in porta. Una squadra che ha il talento e la capacità di creare, non di concretizzare - anche per meriti altrui.

Fisicamente il Napoli non è in calo, continua a correre più degli avversari: sembra più una questione mentale, come se al momento di dover dare l’accelerazione decisiva, il pedale pare andare a vuoto. Potranno non convincere i cambi di oggi, la loro gestione: col senno di poi è facile parlare, ma l’impatto di Okafor con qualche minuto in più avrebbe potuto generare altro. Oppure quello di Billing per un appassito Anguissa - e stavolta mancava pure la preoccupazione della diffida.

Il pareggio contro il Venezia - che nella ripresa ha avuto le chance più nitide per segnare - fa tornare in mente il ko con il Como, quando Conte quella volta disse che la squadra di Fabregas aveva avuto più voglia di vincere dei suoi. Stavolta non è stato del tutto così, ma la voglia del Venezia di fare risultato (pur avendo così poca qualità davanti) era maggiore della lucidità sotto porta di una squadra che, giusto ricordarlo sempre, prima di gennaio poteva permettersi di far entrare Neres per Kvaratskhelia, e oggi - complici gli infortuni - inserisce Okafor per Raspadori. Senza un singolo capace di risolvere una situazione difficoltosa con una giocata, insomma.

La voglia del Venezia di fare risultato, più della capacità del Napoli di poter alzare il ritmo, incapace di cambiare marcia e metter sotto i valori inferiori del Venezia. Come se il ‘fuorigiri’ fosse una questione di testa e non di gambe. Resta il pareggio contro un avversario volenteroso, che nelle ultime sette ha fatto quattro punti, la metà di quelli fatti dal Napoli che, a sua volta, ne ha fatto uno in meno del Verona, per rendersi conto.

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