Corsi e ricorsi storici, coordinate fisse nel tempo che si ripetono, uguali ma diverse. La storia è fatta di cicli concentrici ed anche i cambiamenti più radicali, se si guarda indietro con attenzione, hanno degli antenati che hanno prodotto effetti similmente rivoluzionari, seppur apparentemente impossibili da replicare. Non solo: anche la Terra cambia ciclicamente, influenzata ed influenzando la vita degli uomini. La nostra storia, ad esempio, è stata fortemente alterata dai mutamenti del clima e dalle conseguenti carestie, che costringevano gli uomini a farsi la guerra. Il Napoli, con Ancelotti, ha aperto un nuovo ciclo ed il simbolo di questa rivoluzione, ancor più che l’amplio turnover e la voglia di vincere in Champions, potrebbe essere la trasformazione di Lorenzo Insigne. Ma, se ci guardiamo indietro, non è cosa nuova…
Higuain saluta Napoli ed i napoletani, tra gli ingiuri e l’indignazione di una città che lo aveva supportato nella sua personale cavalcata ai 36 gol con conseguente record. Milik, appena acquistato dal Napoli, pare essere un sostituto all’altezza ma si spezza il crociato vestendo la maglia della Polonia, lo rifarà l’anno dopo con quella azzurra. Maurizio Sarri è in piena emergenza: chi può sostituire il sostituto? Così l’ex Empoli si inventa, si dice che sia stato già provato in allenamento, Dries Mertens come prima punta. Tutti conosciamo il risultato: 95 presenze e ben 56 gol all’attivo da centrale nel tridente. Una rivoluzione, un cambiamento epocale, un colpo di genio che è stato riconosciuto e tutt’ora è riconosciuto all’allenatore del Chelsea, che in molti continuano ad invocare, insoddisfatti da Ancelotti.
Ecco Ancelotti. Uno dei migliori tecnici del mondo si siede sulla panchina azzurra. Le cose, come ogni qualvolta che si avvia un cambiamento radicale, non vanno per il verso giusto. Il Napoli vince con Lazio e Milan, in rimonta, ma si schianta fragorosamente con la Sampdoria. Proprio con i blucerchiati, Lorenzo Insigne viene fatto uscire al 45’, autore di una prestazione non all’altezza. Ed ecco il colpo di genio di Ancelotti: verso la fine del match contro la Fiorentina, con la gara bloccata sullo 0-0, 4-4-2 ed Insigne seconda punta alle spalle di Milik. Questi darà una palla preziosa al napoletano, che firmerà il gol partita. La cosa funziona e dopo la trasferta senza infamia e senza lode di Belgrado, Insigne scende in campo, a Torino, come seconda punta. Contro i granata firma due splendidi gol, da rapace, da attaccante puro, da chi ha sempre voluto decidere le gare e non è mai riuscito a farlo sul serio, come voleva. Ad oggi il miglior marcatore del Napoli, Insigne segna un gol ogni 118 minuti, l’anno scorso la media era di uno ogni 276. La stagione è lunga, certo, ma chi ben comincia…
Ancelotti come Sarri dunque, rivoluzionari a modo proprio, quasi opposto, entrambi hanno iniziato un importante ciclo con un movimento tattico semplice quanto decisivo: trasformare un’ala sinistra in un attaccante prolifico. Così Sarri aveva sostituto Higuain e chissà che così facendo, Ancelotti non riesca definitivamente a sostituire Sarri, portando un gioco nuovo ma altrettanto spettacolare e soprattutto forgiando definitivamente il simbolo del Napoli e di Napoli, della napoletanità e della fantasia. Un Insigne meno nervoso e più vicino alla porta avversaria, che abbia più responsabilità e più scelta rispetto al solito tiro a giro al quale lo costringeva la sua vecchia posizione in uno schema che pare vetusto. E per questo, forse, la mossa di Ancelotti sembra addirittura più intelligente di quella di Sarri: la sua era dettata dalla disperazione, quella di Ancelotti dalla pura intelligenza tattica.
di Antonio Anacleria - Twitter: @NinoAnacleria