Il ragazzo si farà. Marko Rog titolare è il sogno inespresso (e poi mica tanto) di Aurelio De Laurentiis. Tra una polemica e l'altra, tra un rigore assegnato ed uno no, c'è il croato che incanta e ruba la scena anche alla moviola. Poco importa se si manda al bar Chiellini prima, o qualcun'altro poi. La stoffa c'è ed è di qualità. Peccato abbia trovato poco spazio negli elogi post partita, peccato ci sia stato tempo e luogo per rompere temporaneamente il silenzio stampa, giusto qualche minuto per ricordare a Rai e spettatori la propria tesi (senza contraddittorio).
Dopo le insistenti richieste del presidente, Rog vede il campo da progatonista, dal primo minuto. Lo fa entusiasmando nel fragore dello Stadium, lo fa con personalità, sfacciataggine. Cose che raramente si vedono in un ragazzo classe '95 (21 anni). Eppure fino a qualche giorno fa sembrava quasi impreparato per far fronte ad una partita di campionato contro una piccola. Poi d'improvviso spunta titolare allo Stadium contro la Juventus in una semifinale di coppa Italia. Se questo è il Rog di oggi, appare quasi impossibile pensare che quello di 10 giorni fa fosse così diverso.
Magari un pensierino contro l'Atalanta andava fatto, ma troppo facile parlarne con il senno di di poi. Resta un giocatore impiegato poco che si sta scoprendo un talento. Agonismo, tecnica, palla attaccata al piede e copertura a tutto campo. Una perfetta mezz'ala moderna. E pensare che l'altro ieri, il centrocampo del Napoli ad un certo punto era formato da Zielinski-Diawara-Rog. Tanta, giovane, roba.
La palla ce l'ha sempre avuta Sarri, ma adesso sarà difficile celare le stimmati del talento dietro una lingua ancora da imparare.