4-3-1-2 e 4-3-3, non è questione di numeri...

Editoriale  
4-3-1-2 e 4-3-3, non è questione di numeri...

4-3-3 o 4-3-1-2? Questo è il dilemma! "Il 4-3-3 ci fa perdere equilibrio e ho deciso assieme ai miei giocatori di accantonarlo". Queste le dichiarazioni rilasciate in tempi non sospetti da Maurizio Sarri. Sotto con il 4-3-1-2, dunque, il modulo che tante gioie ha regalato all'ex allenatore dell'Empoli. 

Arrivano 2 miseri punti in tre partite contro avversari più che abbordabili e le conseguenti critiche verso le scelte tattiche dell'allenatore, colpevolizzato tra le altre cose, di integralismo tattico di stampo beniteziani. Tralasciando il fatto che risulta difficile definire integralista qualcuno che, autorizzato a prendere una decisione autonomamente, decide di consultarsi con altri, Sarri risponde schierando il 4-3-3 in Europa League e rifila la manita ai belgi del Bruges.
Qualcosa non quadra. Con un modulo che fa perdere equilibrio, si vince 5-0, mentre con quello scelto perchè più equilibrato si incassano 6 gol in 3 partite?

Non sembra esserci risposta adatta a spiegare una cosa del genere, e probabilmente una spiegazione esaustiva non la si troverà mai. Il calcio è uno sport imprevedibile per incastrarlo in una successione di numeri che a loro volta caratterizzano un modulo tattico.
Un modulo è composto da giocatori che interpretano i dettami tattici a loro modo, adattando le loro caratteristiche all posizione che occupano in campo.

L'atteggiamento più o meno offensivo di un giocatore può far cambiare l'assetto di un'intera squadra.
Un esempio pratico può essere l'atteggiamento delle due mezze punte che Sarri ha schierato ieri contro il Bruges nel 4-3-3 ( o 4-3-2-1). Callejon e Mertens, modulo tattico alla mano, avrebbero dovuto svolgere gli stessi compiti in maniera speculare su fasce opposte. Ipotesi errata alla luce dello svolgimento del match. 

Entrambi di piede destro, non avrebbero potuto a prescindere interpretare un ruolo identico in maniera nemmeno lontanamente simile. Callejon sulla destra, infatti, cercava spesso il fondo per i cross ed è stato autore di un gol ed un assist proprio grazie a questo fondamentale. Mertens sulla sinistra, al contrario, tendeva ad accentrarsi per calciare in porta, atteggiamento che gli è fruttato una doppietta. 
Esaminate le differenze tecniche, passando agli atteggiamenti tattici dei due, è evidente che anche in questo hanno interpretato il ruolo in maniera del tutto opposta.

Lo spagnolo partiva più largo è qualche metro indietro rispetto al collega per sfruttare la sua capacità di inserimento senza palla, mentre il belga preferiva partire palla al piede per sfornare assist o tiri dal limite.
Due ruoli uguali, interpretati in maniera opposta ma complementare che hanno dato un assetto paradossalmente più equilibrato alla squadra visto che lo spagnolo si impegnava anche proficuamente in fase di copertura. 

Il modulo è da definire come un atteggiamento meramente indicativo ma può cambiare infinite volte nel giro di una partita, a seconda di infiniti fattori che possono cambiare a loro volta infinitamente, anche nel corso anche dello svolgimento di una sola azione.
Che questo atteggiamento tattico abbia fruttato dopo un perentorio 5-0, è oggettivamente innegabile, ma soprassedendo sul valore dell'avversario, non è assolutamente detto che il Napoli abbia trovato il bandolo della matassa. 
Un atteggiamento tattico può pagare o meno anche a seconda dell'atteggiamento tattico e del valore degli avversari, degli interpreti, varie ed eventuali.

Un allenatore che si affaccia ad una grande piazza per la prima volta e che si trova al cospetto di giocatori affermati mai allenati prima, con una rosa che ha ancora l'impronta del suo predecessore, non ha un compito per niente facile. 
Sarebbe quantomeno comprensibile, concedergli qualche esperimento, del tempo per capire in che direzione lavorare e in che modo sfruttare al meglio la sua rosa, e perchè no, perdonargli qualche errore.

Un esordiente non è sempre uno sprovveduto e Sarri ne è l'esempio lampante. Esordire con un 5-0 in Europa League non illuda, ma tranquillizzi. La strada è lunga e tortuosa. Quello che conta è percorrerla al meglio, non in che modo...pardon, modulo.

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