CHI E'? Di Gokhan Inler, al di fuori del campo, c'è ben poco da raccontare: un ragazzo come tanti, una vita che non eccede l'ordinario ed una carriera in ascesa come da prassi. Normalità che termina qui poiché, per il resto, Gokhan è tutto fuorché normale. Lo svizzero, nato da genitori turchi, difatti, ha un talento nei piedi ed una forza mentale che di ordinario ha ben poco. Talento e forza che gli permettono oggi di essere il secondo centrocampista del campionato per media voto (6,32), dietro a Mauri ed acclarato che Sanchez e Giovinco sono più da considerare attaccanti, e che lo consolidano in cima ai desideri dei top team italiani e anche qualcuno straniero, anche per la carta d'identità che dice 1984 alla voce data di nascita.
Ciò che ora sembra facile e naturale come l'itinerario di un percorso obbligato, una volta è stato un sentiero irto e pieno di ostacoli. All'età di 20 anni non viene preso in considerazione per due volte prima da Christian Gross, allenatore del Basilea, e poi da Christoph Daum, ct del Fenerbache, il quale lo invita gentilmente a tornarsene a casa. Errori di valutazione che si riveleranno gravi ma che all'epoca non fecero il minimo scalpore. Per trovare un po' di spazio, il giovane Gokhan si trasferisce all'Aarau, squadra di fascia medio-bassa del massimo campionato svizzero, dove fa intravedere il suo talento e comincia a farsi una reputazione che lo porterà ad essere ingaggiato, nel gennaio 2006, dallo Zurigo campione di svizzera. In una stagione e mezzo Inler vince due scudetti, si prende la sua rivincita personale, dato che il Basilea arriva due volte secondo, e colleziona le prime presenze in Nazionale.
L'anno successivo, dopo aver ricevuto tante offerte soprattutto dalla Germania, si trasferirà ad Udine ma già in quei giorni qualche italiano lo vede e gli riserva parole di elogio. L'occasione è un preliminare di Champions League contro il Salisburgo, l'uomo in questione è Giovanni Trapattoni (allora ct degli austriaci) letteralmente impressionato da quel metronomo con la testa rasata che corre, lotta ed imposta in mezzo al campo.
Pozzo decide di prenderlo per 2 milioni di euro e Marino lo piazza davanti alla difesa senza indugi: 37 partite giocate su 38, rendimento altissimo e 2 reti. Il prezzo si alza di 5-6 volte il costo iniziale e tutta la penisola si accorge dell'elvetico dalle sembianze poco svizzere. Son passati 4 anni e Gokhan è ancora alla corte del patron bianconero ma, verosimilmente, tra qualche mese lascerà Udine per spiccare il volo verso le mete più ambite per qualsiasi calciatore: Napoli in posizione più che privilegiata, Inter pronta ad approfittare della minima distrazione ed altri team italiani e continentali alla finestra che attendono sviluppi. In molti sono gli allenatori che, in questo momento, lo inseriscono nella formazione della propria squadra per la stagione che verrà: tra questi non c'è né Gross né Daum, entrambi attualmente in cerca di panchina.
COME GIOCA? Oggi, come il Trap, qualsiasi addetto è incantato da Gokhan perché, non tanto semplicemente, non c'è nulla che non sappia fare: corre, lotta, imposta, detta i tempi, lancia, verticalizza, fa girare il pallone lentamente o rapidamente (in base alle esigenze della squadra), tira da lontano e sa anche colpire di testa. In breve, non ha alcun problema a fare entrambi le fasi ed a muoversi con o senza palla. Altra qualità importante è la costanza considerato che, tranne la passata stagione in cui è stato un po' altalenante, le prestazioni di Inler sono sempre oltre la sufficienza: non a caso, secondo numeri ed esperti, è il miglior centrocampista 'puro' del nostro campionato. Predilige giocare al centro di una mediana composta da tre uomini, ama tagliare il campo con svarioni da un lato all'altro del rettangolo di gioco e spesso sa lanciare in profondità gli attaccanti che attaccano gli spazi. Il suo 'saper correre' gli consente di rimanere sempre lucido per tutti i 90 minuti e di rendersi pericoloso con il suo ottimo destro dalla distanza. Serviranno, dunque, uno Yebda ed un Pazienza molto aggressivi per non permettergli di ragionare e per farlo correre il più possibile a vuoto. Come detto, in pochi sanno che Inler è anche un ottimo colpitore di testa e spesso, nei corner, è stato decisivo con le sue spizzate (per dirla alla Reja) in area: attenzione a non perdere l'uomo.....