SSC Napoli, Manna parla di calciomercato e fa un annuncio su Kvaratskhelia! Guarda il VIDEO integrale

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SSC Napoli, Manna parla di calciomercato e fa un annuncio su Kvaratskhelia! Guarda il VIDEO integrale

Ultime notizie calciomercato, parla il DS del Napoli Giovanni Manna al Social Football Summit: le dichiarazioni

Ultime notizie SSC Napoli - Giovanni Manna, Direttore Sportivo della SSC Napoli, è intervienuto martedì al Social Football Summit allo stadio Olimpico di Roma. Intervistato dai giornalisti di Sky Luca Marchetti e Gianluca Di Marzio, il ds Manna ha parlato a lungo di calciomercato e non solo, ed ha fatto anche un annuncio sul rinnovo di Kvaratskhelia. Guarda il video integrale:

Calciomercato Napoli: parla il DS Manna

16:38 - Parla Manna"Come ci si sente ad essere in testa alla classifica? Direi che è un pochino prematuro, il campionato è lungo! Sappiamo da dove siamo partiti e stiamo lavorando per tornare al Napoli di De Laurentiis degli ultimi anni. Con 14 anni di coppe europee, è un must per una squadra italiana di quel livello. Siamo focalizzati strettamente su quello.

Nuova generazione di DS? No, fastidio no ma all'inizio è complicato: ti approcci con persone che guardavi in tv, ammiravi e studiavi. Ma non è mai stato un fastidio, sicuro non è stato semplice. Io arrivo da un percorso accademico, di studi, ho un profilo diverso non avendo fatto il calciatore. Nelle nostre figure, il calcio sta cambiando: tante proprietà straniere anche nel nostro calcio, bisogna avere competenze extra calcistiche e tecniche. A volte ti devi rapportare con proprietà straniere, la comunicazione è cambiata, sicuramente è complicato: spero di portare il mio know how in questo ruolo. Il mio modello? Inizio questo lavoro quasi per caso, facevo il team manager con Zeman a Lugano. Non c'era una struttura dirigenziale consolidata, al presidente disse: 'Parlo solo con lui e basta'. E così ho iniziato a fare questo lavoro. Non ho avuto grandi riferimenti ma devo dire grazie al mister per questo lavoro. Alla Juve, che vincevano gli scudetti, Fabio Paratici era un riferimento, o Walter Sabatini che è un gran scopritore di talenti ed è un riferimento per chi fa questo lavoro. Ho avuto ispirazioni.

Seconda squadra al Napoli in Serie C? Ma è complicato, perché la seconda squadra non è una seconda squadra. Ma la valorizzazione di un percorso lungo e dispendioso. Anche in termini economici e di lavoro. A Napoli non abbiamo una struttura tale da poter supportare una seconda squadra. Speriamo di fare il centro sportivo per lavorare bene col settore giovanile. Ma al momento non ha senso parlare di seconda squadra.

Numeri per fare scouting? Il numero è fine a se stesso, per me bisogna seguire i giocatori. Tanti club ci stanno dimostrando il contrario ma ci sono così tante variabili in una partita, che per me l’area scouting resta fondamentale.

Il tocco di Manna nella ricerca di giocatori? Avere i diritti d’immagine liberi (ride, ndr)! No, scherzo: ci sono veramente tante variabili, un’operazione la sera è fatta e la mattina dopo no.

Diritti d’immagine? Io mi ci son trovato per la prima volta quest’anno, e tante volte me ne dimenticavo! Quando ti siedi per negoziare, è difficile. Quindi prima di tutto, convinco il calciatore: ho attuato questa strategia. Quando lui è convinto, si fa il resto. Non è semplice ma l’ufficio legale ci dà un supporto importante. Ci sono competenze troppo specifiche. Il problema principale è sullo sponsor tecnico, alcuni sponsor tecnici prendono tutto: non solo le scarpe, ma la felpa, il cappellino.. A volte i calciatori devono uscire da questi contratti. Ma quando sei in fase avanzata, una soluzione si trova quando il calciatore vuole venire.

Come si gestisce l’entusiasmo di Napoli? Come dico spesso, è importante restare focalizzati e concentrati nella gestione dei momenti della stagione: l’entusiasmo per una posizione in classifica o 3 vittorie, alle delusioni. Bisogna esser lucidi e non farsi pervadere dal sentimento dei tifosi. Una città calda che mi sta dando davvero tanto: non me lo immaginavo! Pressante me la immaginavo, ma non così trasportante. Ogni giorno, la gente ti chiede. E ti senti in dovere di dare! Una sensazione strana, comunque dici: 55mila persone ovunque, positivi, non fischiano mai. L’anno scorso era complicato ma c’è sempre stato l’appoggio del pubblico. Poi è chiaro che ci sono aspettative alte dopo lo scudetto di due anni fa. Bisogna fare un percorso e ripartire. Sappiamo che è un obiettivo lontano. Sì, è lì ma... Noi non ci pensiamo. L'obiettivo è oggettivamente complicato, dobbiamo restare umili e lavorare.

Rapporto Conte-De Laurentiis? La mia esperienza è assolutamente positiva, il presidente ha uno spessore… Sono contento, ci ha fatto lavorare e ci ha supportato che non era banale! Anche la scelta dell’allenatore, con cui aveva già parlato a ottobre-novembre, per me è stata determinante. All’inizio ero preoccupato dal rapporto con De Laurentiis! Poi ha scelto Conte, un allenatore così grande che mi ha aiutato in alcune dinamiche: col presidente e con la squadra. Non mi vergogno di dirlo, so che parlo tutti i giorni con Antonio Conte: questo mi aiuta, posso dare qualcosa a lui ma lui dà qualcosa a me. Chi è il più esigente? Il presidente è molto esigente sotto altri aspetti, quindi bisogna stare sul pezzo sempre!

Primo incontro con De Laurentiis? Io a gennaio ho cambiato casa a Torino, non pensavo di andar via: mi sono trasferito con la mia famiglia. Dopo Juve-Frosinone in casa con gol di Rugani, la sera mi chiama un numero che non ho e non rispondo! La mattina mi richiama lo stesso numero, era il dottor Chiavelli. Avviso la Juventus, incontro Chiavelli e poi incontro il presidente. Che mi dice da qua a Pasqua decidiamo. E poi un giorno mi chiama e dice di avermi scelto: ‘Parli con sua moglie e poi mi dà una risposta’. Io avevo già deciso e detto sì, ovvio! Alla Juve stavo benissimo, ho fatto un percorso incredibile. Ma quando ti chiama il Napoli per un ruolo del genere, non puoi dire di no. Sì all'inizio avevo paura, anche ora a volte!

Incontro con Conte? A casa sua... Ci siamo conosciuti, ho trovato una persona con le idee molto chiare: abbiam parlato di calcio, tutto il tempo. Conte non ha detto sì subito, aveva già parlato a ottobre con De Laurentiis e dei costi sapevamo tutto. Si erano già parlati. Dovevano convergere le idee mie, le sue e quelle del Napoli, e sulla rosa. Certi giocatori li hai visti in tv ma non in campo, non li conosci bene. Kvara e Di Lorenzo disse subito: 'Non si toccano'. 

Piano B se non fosse arrivato Buongiorno? Per ogni ruolo, abbiamo un'infinità di alternative. Ma è normale perché sappiamo che può succedere qualsiasi cosa. Sapevamo che dovevamo fare il mercato con la cessione di Osimhen. Inizialmente avevamo quest'idea, poi con Conte abbiamo deciso di usare una disponibilità economica anche senza l'uscita di Victor. La prima scelta è sempre stata Buongiorno, abbiamo avuto la fortuna di esser pronti nel momento in cui si poteva fare l'operazione: non è stato semplice, ma ci ha detto subito di sì. Non abbiamo ceduto e abbiam avuto la fortuna di poter investire perché il Napoli ha lavorato bene negli anni e quindi aveva le possibilità di investire.

Come abbiamo convinto De Laurentiis a investire così tanto? Noi abbiamo cercato di finanziare in altri modi, con altre operazioni più piccole, per fare 1-2 giocatori. Non ci siamo riusciti e qualche operazione ci è saltata, siamo andati a step: li abbiamo trattati tutti per cercare di fare tutti i colpi. Anche a Gilmour, avevamo promesso di venire a Napoli. Avevamo fatto anche Brescianini, poi le dinamiche del mercato ci han portato a perderlo. Non è stato bello, perché ha fatto le visite mediche e poi il calciatore ha fattto altre scelte. Sicuramente è stato un periodo complicato. Mancava poco alla fine del mercato. Poi parlando con Chiavelli abbiam capito che in quel momento bisognava investire per ripartire, e in meno di 10 giorni abbiamo fatto quelle operazioni. Ma la sconfitta di Verona non fu determinante per il mercato: arrivavo da una settimana a Londra ed eravamo pronti su tutto perché le cose non si liberavano. Gilmour, aspettavamo che il Brighton lo liberasse e facesse un acquisto. Aspettavi il Chelsea per Lukaku, McTominay costava un po'. Abbiamo avuto la fortuna del placet di De Laurentiis a chiudere queste operazioni.

Clausole rescissorie? Io sono favorevole perché fissi un valore: il mio calciatore vale questo, se lo volete... Tendenzialmente, si tende a sovrastimare il calciatore per non valutarlo troppo poco. Vista l'evoluzione dell'ultimo periodo e la sentenza Diarra, è importante fissare le clausole. La difficoltà sta nel: se la fai quando firmi i 5 anni di contratto, è fatta. Problemi con Osimhen? No, perché i problemi sono arrivati da altre dinamiche e non dalla clausola. Arrivi da una stagione negativa e quindi i club dicevano ti do X meno X. Se il Napoli arrivava secondo o terzo, magari pagavano la clausola.

Rinnovo Kvaratskhelia? Noi vogliamo premiare il percorso di Khvicha nel Napoli, perché se lo merita, al di là del fatto che ha altre due stagioni oltre questa. Noi vogliamo riconoscere a lui quel che ha fatto, chiaro poi che ci sono tante dinamiche: dobbiamo trovare un accordo su tutto. Non viviamo questo tormentone con pressione, siamo estremamente coerenti e portiamo avanti le nostre idee. Ne abbiam parlato, se non si risolve ne parliamo a giugno. Non abbiamo un arco temporale, per finalizzarlo. Ne abbiam parlato, se per loro va bene si firma. Se no ne riparleremo a giugno. Ma ora vogliamo concentrarci sul campo.

Mercato di gennaio? Ci son troppe variabili, nomi? Non li ho neanche io! Si chiama mercato di riparazione ed è complicato, vediamo dove arriviamo e facciamo delle scelte: siam sempre attenti per migliorare la rosa attuale. Se ci saranno opportunità, sicuramente le coglieremo. Ma non faremo grandi colpi avendo investito tanto in estate. Ritocco in difesa? L'oggettività è che la squadra era stata costruita su un altro sistema di gioco, poi il mister è talmente intelligente che ha cambiato la squadra sulle caratteristiche. Forse siamo corti per questo modulo, ma non faremo le cose tanto per farle. E poi vedremo se ci sarà qualcuno meno contento dell'utilizzo finora.

Chiudere il mercato prima dell'inizio del campionato? Una cosa logica, togliamo alibi al sistema ed evitiamo giocatori con situazioni strane: è una cosa che ha senso, ma dev'essere il sistema collettivo a farlo. Non ne abbiamo ancora parlato, o tutti o nessuno: non posso avere un giocatore invenduto e perdere potere d'acquisto o speculare se qualcuno lo fa e qualcuno no.

L'inseguimento a Lukaku? Romelu è un calciatore che in Italia fa comodo a tutti, meglio averlo sempre che non averlo! Ed è una certezza in termini numerici, poi ha lavorato con Conte in modo proficuo. Ed è un giocatore che sposta nel campionato italiano. Ogni settimana c'è una polemica: Lukaku ha fatto bene, poi male. Ha fatto 4 gol e 4 assist, sta facendo bene e ha un approccio carismatico nello spogliatoio. Non si discute. Poi negli occhi dei tifosi c'è Osimhen che ha vinto un campionato dominando. Ma Lukaku ha voluto fortemente venire a Napoli, e poi non si discute un calciatore da 300 gol in carriera.

Senza coppe, è un vantaggio? Allora, è un vantaggio in termini di lavoro: è oggettivo. Ma io penso che a questo livello, col tempo, non è un vantaggio. I calciatori che vengono a Napoli sono abituati a fare competizioni europee e sono abituati a giocare ogni 3 giorni. Non è positivo, gli altri giocano e tu no! E tu sei abituato a giocare. Può essere un vantaggio in termini di lavoro e di costruzione della rosa. La puoi fare anche un po' più corta.

Rosa più ampia? Questo significa costi più alti, il costo del lavoro nel calcio è cresciuto in modo esponenziale.

Acquisti dalla Premier League? Io McTominay l'ho chiesto in prestito! Ma la Serie A, in termini di valori, è nelle Top 5 sotto la Premier League. Noi pensiamo che sta scemando ma in realtà in Europa le italiane stanno facendo bene. Anche quest'anno. Quindi è anche più facile, forse siamo noi che ci sottostimiamo. Perché poi arriva uno dalla Premier League e ti dice: 'Il livello è alto'. Il problema è il gap economico, coi diritti tv, il merchandising e gli introiti da stadio. Ed è lì che non possiamo competere.

Come ho preso McTominay? Con un po' di fantasia! (scherza, ndr)

Orgoglioso di cosa, finora a Napoli? L'entusiasmo che ha la gente è incredibile, ti fan sentire parte di qualcosa... Che va gestito. Del mio lavoro? Un lavoro che si fa insieme, da soli nel mondo del calcio non si fa niente. Non siamo tanti, ma c'è un gruppo di lavoro molto coeso e organizzato. Poi abbiamo la fortuna di avere un allenatore con uno staff di livello assoluto. E poi c'è l'unità di intenti con la società: questa coesione ci sta facendo fare bene, poi ci sarà da gestire i momenti negativi.

Cercare un sudamericano per il Napoli? Un nuovo numero 10? Napoli e Sudamerica è un connubio storico, c'è questa volontà perché è fertile come mercato. Ma vogliamo consolidare la rosa. Poi possiamo fare una 'scommessa' del genere. Higuain per esempio arriva dal Real Madrid! Cavani aveva fatto un percorso a Palermo e si era consolidato. Lavezzi si è imposto in una realtà diversa dal Napoli attuale, è cresciuto insieme al Napoli. Noi vogliamo consolidare ma sicuramente qualcosa mi piacerebbe fare anche a livello emotivo, passionale.

Centro sportivo? Il presidente sta lavorando con Chiavelli assiduamente sul centro sportivo e il nuovo stadio, lavorano insieme al Comune e cercheremo di trovare una soluzione proficua per tutte le parti. Ma è chiaro che con un centro sportivo di qualità e con strutture di qualità, puoi fare un lavoro diverso. Ora è difficile, siamo dislocati fra Castel Volturno, Cercola, i Kennedy. E allora è troppo importante fare questo step. Siamo indietro in Italia, quando vai a negoziare i diritti tv: quando vai in Premier League, sai che quello stadio è di Premier League. Son tutti uguali! Bisogna lavorare di sistema.

Chi compriamo? Ormai me lo chiedono sempre! Ma è stato peggio negli ultimi giorni di mercato quando mi dicevano: 'Arriva qualcuno?'

Spiegazione di come si è evoluta la scorsa stagione? Io penso che per vincere bisogna costruire e bisogna saper costruire anche la vittoria, la gestione della vittoria. Quando vinci dopo 33 anni, non è facile gestirla. Anche se il Napoli è una società sana, con giocatori importanti. Forse, bisognava magari capire che bisognava fare un percorso del tipo: 'siam sempre quelli, dobbiamo lavorare come abbiam sempre fatto'. Poi sono andati via Spalletti e Giuntoli, bisognava ricostruire. Ma quando parte male una stagione, è difficile rialzarla. Da fuori è difficile giudicare, ma raddrizzare una stagione non è semplice".

17:17 - Termina l'intervento di Manna.

Giovanni Manna
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