Il no di Ancelotti e il Milan che riparte da zero alla ricerca di un allenatore per il dopo Inzaghi. Con un giorno di anticipo, l'ex allenatore del Real Madrid ha informato il club rossonero della decisione di voler rifiutare l'offerta per prendersi un periodo di riposo. Notizia finita sul sito ufficiale del Milan e poi i ringraziamenti per l'interessamento di Ancelotti sul suo profilo twitter.
Allora chi allenerà il Milan nella prossima stagione? Dovessimo sbilanciarci diremmo subito Mihajlovic più di Montella, ma attenzione anche a questi scenari da non trascurare; innanzitutto un tentativo in corso con Unai Emery e in concorrenza con il Napoli e De Laurentiis che ha personalmente incontrato il tecnico del Siviglia a Madrid. Ma Emery ha preso tempo fino a giovedì, al padrone del Napoli ha detto di aver bisogno di parlare prima con il suo club dov'è legato da una clausola rescissoria da un milione e mezzo di euro. In verità, lo spagnolo aspetta, anche per ascoltare l'offerta del Milan che preferirebbe al Napoli, nonostante una buonissima proposta economica. Ma prenderlo, per Galliani non sarà facile: i costi dell'ingaggio, della clausola rescissoria e le resistenze del Siviglia promettono solo difficoltà e altri tempi dilatati con il rischio di un altro Ancelotti bis.
Allora occhio a Mihajlovic, anche lui in orbita Napoli e anche lui più interessato ai rossonero, infastidito per le promesse prima e la freddezza poi, ricevuta nelle ultime settimane da De Laurentiis. Montella piace a Berlusconi un po' più di Mihajlovic, ma nonostante Diego Della Valle abbia intenzione di chiudere il rapporto con l'attuale allenatore, la vicenda non è semplice e nemmeno a costo zero. La clausola rescissoria da 5 milioni sarà sicuramente ridimensionata, ma un indennizzo sotto il profilo tecnico, la Fiorentina lo vuole. Così, su queste basi, il Milan torna al lavoro per il dopo Inzaghi.
Continuando a tenere piuttosto defilato e, al momento, buono solo in caso di fallimento di tutte le trattative, la figura di Donadoni, un ex milanista che non scalda la società. Niente da fare per Brocchi che stuzzicava la fantasia del presidente Berlusconi: operazione troppo rischiosa dopo l'esperienza di Inzaghi. In casa Milan hanno deciso di puntare sull'esperienza.