Sono passati solo pochi giorni da quel Roma-Fiorentina di Europa League del 15 marzo 2015 che segnò l’eliminazione dei giallorossi dalla competizione europea. Il racconto che Francesco Totti e compagni consegnano agli agenti della Digos è uno spaccato della contestazione ultras e ricalca quanto tutti hanno potuto vedere in tv.
Lo scorso 8 marzo, poi, quando la Roma era stata inchiodata sullo 0 a 0 dal Chievo. Un risultato che i tifosi giallorossi non avevano digerito. Così «un nutrito gruppo di tifosi ultras - si legge negli atti giudiziari - è entrato all'interno del centro sportivo di Trigoria, affrontando con tono deciso alcuni giocatori e rappresentanti della società». I sostenitori della Roma si sarebbero raccomandati «sui risultati da conseguire in campo», dichiarandosi «non contenti dell'andamento della squadra».
Morgan De Sanctis, sebbene la sua porta fosse rimasta inviolata, rimase impaurito. I tifosi infatti, secondo quanto riferito dal portiere, con tono deciso non avevano lasciato «alcun dubbio circa la fermezza dei loro propositi, circa l'attuazione di una contestazione da porre in essere nei confronti della squadra». Il giocatore, dopo circa 15 giorni, aveva riferito agli investigatori che «il clima di contestazione era già in atto dopo l'incontro di Chievo/Roma e prima di Fiorentina/Roma».
L'estremo difensore giallorosso, riferendosi alla partita disputata contro la Fiorentina in Europa League, aveva spiegato che alcuni giorni prima, mentre la squadra era a Trigoria, «il nostro allenatore, Rudi Garcia, ci comunicava che una rappresentanza della tifoseria, con elementi della curva sud e della curva nord, circa sei o sette persone, ci voleva incontrare. In quell'occasione - continua De Sanctis - motivandoci l'insoddisfazione per i risultati conseguiti nell'ultima parte di campionato, ci hanno riferito che qualora questa situazione fosse proseguita, riferendosi chiaramente ai risultati negativi della squadra, non ci avrebbero continuato a sostenere».
De Sanctis ha spiegato di avere ricevuto «numerosi insulti e subìto il lancio di numerosi oggetti quali accendini, bottigliette, aste di bandiere e anche sputi. Pjanic - continua il giocatore - venne colpito con un accendino».
Ancora: «Mi hanno gridato più volte 'napoletano di m..da' e 'mercenario'(...) Mi sono sentito intimorito dalla veemenza con la quale i tifosi si sono rivolti verso di noi». Simili anche le parole di Juan Manuel Iturbe: «Nell’occasione ci sono arrivate dagli spalti monetine e una bottiglietta d'acqua che non mi hanno colpito e un tifoso che era a cavalcioni sulla cancellata mi ha chiesto di dargli la maglia». Secondo i pm i tifosi avrebbero «organizzato e gestito le attività violente» e «gli indagati possono considerarsi i manovratori della curva sud in grado di decidere quando dare inizio e quando porre fine alle attività violente e intimidatorie».