Domanda: può un giornalista della Rai — cioè del servizio pubblico, e dunque pagato da noi contribuenti — utilizzare il suo account ufficiale di Twitter per insultare i tifosi? La risposta, ovviamente, sarebbe no. Eppure è ciò che è accaduto ieri. Protagonista, l’inviato di Raisport e commentatore Marco Lollobrigida.
Piccolo passo indietro. Dopo la sfida di andata di Coppa Italia tra Lazio e Napoli, terminata con un pareggio, Lollobrigida fu criticato per la sua telecronaca. E, tra quelli che l’accusavano di essere stato troppo «filo-laziale», c’era lo scrittore Maurizio De Giovanni. Ieri, dunque, il giornalista della Rai ha pensato di prendersi una rivincita a modo suo: «Stamattina non leggo di mezzi scrittori o esibizioni di giornalismo stercorario. Strano. O forse no. I vigliacchi tornano nell’ombra». Non propriamente un’uscita di stile. Ma ancora nulla, rispetto a quello che sarebbe accaduto di lì a poco.
I commenti al tweet, infatti, si moltiplicano. E, tra questi, c’è quello di una tifosa del Napoli che difende Maurizio De Giovanni e scrive: «Ci sono mezzi scrittori e giornalisticchi. Per i quali vedo ancora una lunga gavetta, nel suo caso». Un’opinione, quella della ragazza, con la quale ovviamente si può essere in deciso disaccordo. Ma Lollobrigida decide di oltrepassare ogni limite della decenza. E risponde così: «Scusa, ma ti blocco. Sei troppo brutta, mi metti paura» .
Ora — ricordando che il senatore Maurizio Gasparri fu (giustamente) linciato quando rispose con un «sei grassa, più dieta» alle critiche di una fan di Fedez — la domanda è semplice. È ammissibile che, al di là della sua polemica con lo scrittore, un dipendente del servizio pubblico insulti così una cittadina? E la Rai ha intenzione di intervenire per tutelare i telespettatori da offese che non sono neppure gratuite, visto che paghiamo il canone? Ché una cosa sono le critiche, altra gli insulti. Come quelli di Lollobrigida. Un disservizio pubblico.
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