Ultime calcio Napoli - L'edizione odierna del Repubblica si sofferma sulla figura di Rino Gattuso con un articolo a firma di Enrico Currò. Dal quotidiano si legge:
Conoscerlo meglio sta aiutando i tifosi a capire l’eccezionalità della sua normalità. Che in realtà non è affatto nuova. Era già scritto tutto nella tesi di 81 pagine presentata a Coverciano nel 2014, incentrata sul passaggio alla panchina dal campo, che aveva dovuto abbandonare un po’ prima del previsto proprio per la malattia agli occhi. Il terzo capitolo è interamente dedicato alla comunicazione: «Il rapporto coi media deve essere gestito con intelligenza e rispetto reciproco: vanno accettati eventuali confronti anche nell’immediato dopo partita». Gattuso ha linguaggio ruspante e non possiede l’eloquio del conferenziere. Ha però l’intuito, l’onestà e il gusto per la battuta folgorante, come quella famosa sul rischio della squalifica prima della semifinale con la Germania nel 2006: «Il cartellino io me lo mangio». L’introduzione alla sua tesi resta un inno al valore del lavoro: «Anche se sei stato un campione, da allenatore devi ripartire da capo, rimetterti in discussione, accettare il rischio, prepararti al massimo ogni giorno, studiare sempre, non lasciare mai nulla al caso». Una lezione da trasmettere ai ragazzi, al tempo della didattica a distanza.