L'edizione odierna del La Gazzetta dello Sport descrive la rivoluzione di Carlo Ancelotti sulla panchina del Napoli: "Una rivoluzione dolce e silenziosa. È quella che ha avviato Carlo Ancelotti al Napoli e per Napoli. Senza snaturarsi, con i suoi modi semplici ed efficaci, la nuova guida azzurra si ritrova a punteggio pieno dopo un avvio di campionato, che prefiche e catastrofisti davano già come l’inizio della fine. E così ieri sera, dopo il gol dello 0-2 di Calabria a inizio secondo tempo, la situazione si era alquanto complicata per il Napoli. Ma lui, il contadino reggiano, al massimo si è scomposto nel suo sopracciglio, cercando di compattare i suoi senza urla ma con suggerimenti concreti. E così prima il passaggio al 4-2-3-1, con l’innesto di Mertens. Ma sono stati soprattutto i due successivi cambi che hanno dato la dimensione del tecnico di assoluto livello, con le spalle larghe e senza paure di condizionamenti ambientali. Perché sul 2-2 togliere Zielinski, il migliore in campo, per inserire Diawara più che un azzardo sembrava quasi una rinuncia. Invece con i quattro moschettieri lì davanti (spettacolo puro ammirare insieme Callejon, Mertens, Insigne e Milik) che si divertivano, c’era bisogno di equilibrio in mediana"