Un precampionato senza gol, la voglia matta di gonfiare la rete. Cambia allenatore il Napoli, da Sarri si passa ad Ancelotti, ma Lorenzo Insigne è sempre lì. Per qualcuno capitan futuro, intanto, in assenza di Hamsik, in campo la fascia la indossa sul braccio sinistro a guida di un popolo, con quella maglia che, nel suo caso, rappresenta qualcosa in più di una squadra di calcio, rappresenta la sua città.
Largo a sinistra, comincia il campionato. Largo a sinistra, lì dove aveva deluso fino a quel momento, in attesa della svolta di inizio stagione agonistica. Lorenzo Insigne va in gol nella prima gara di campionato contro la Lazio, lì dove il Napoli sotto di un gol, riesce nell'intento di ribaltare il risultato e di mettere le cose in chiaro, vincendo 2-1 all'Olimpico. Poi il Milan e la sconfitta di Genova contro la Sampdoria: lì dove è stato anche sostituito a fine primo tempo. Un match da dimenticare quello, ma non solo per lui, lo è stato per tutti. La doppia sfida in Nazionale, ma anche lì non è riuscito ad imporsi, ma è altra storia.
Il ritorno a Napoli e la voglia matta di incidere. Ancelotti, mai domo, cambia e ricambia. Insigne prima punta, 'falso nueve', lontano dai compiti difensivi, libero di mostrare il proprio estro. E lui non sbaglia. Partita importante la sua, crea occasioni da gol, ma soprattutto, su assist di Milik fa gol e regala i tre punti contro la Fiorentina al San Paolo.
Ancelotti nel post partita lo esalta: "Felice di non aver subito gol contro una squadra pericolosa, Insigne ha fatto una partita di ottimo livello. Ha giocato in una posizione non abitudinaria per lui ma ha giocato ad altissimo livello".
E allora si che il talento di Frattamaggiore si è ripreso: due gol pesanti, due gol da sei punti...
di Ciro Novellino
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